Il Territorio
L’uso del suolo è caratterizzato, come d’altronde in tutta la Valle di Fiemme, dagli elementi fisici dell’ambiente geografico, ma anche delle lunga e coerente vicenda storica del suo popolamento e dalle attività umane che si sono svolte, dalle quali in passato e fino a relativamente poche generazioni orsono, la Magnifica Comunità, ha costruito la struttura portante e il costante polo di riferimento.
In particolare alla coltura del bosco e allo sfruttamento dei pascoli, che hanno rappresentato per secoli la principale attività economica della popolazione.
Oggi sul territorio si presentano, non proprio intatte , ma sicuramente ben leggibili, le tre componenti che l’uso e le consuetudini della popolazione hanno consolidato nel corso dei secoli in perfetto equilibrio: il bosco, il coltivato e il pascolo.
Dalla rappresentazione emerge che le superfici boschive sono le più estese, occupando la quasi totalità del territorio del Comune a monte ed a ovest del centro abitato;esse rappresentano circa il 50% del territorio.
Il manto forestale , costituito pressoché totalmente da fustaie di resinose, è in gran parte localizzato sul versante più soleggiato del territorio, dove le condizioni altimetriche, podologiche e climatiche favoriscono una rigogliosissima vegetazione di conifere, prevalentemente di abete.
Le zone a pascolo rappresentano quasi il 30% del territorio e sono suddivise in due tipi fondamentali: la sezione minore a nord dell’ agglomerato di Aguai ed è destinata al pascolo di bestiame con rientro giornaliero nella stalla; l’altra sezione , più consistente , si trova ai margini inferiori del bosco e serve per l’esercizio del pascolo estivo.
Diverso il caso dei pascoli alti a lontani dalle stalle stanziali, dove l’ecosistema è più consolidato ed in equilibrio, con modesti incrementi delle aree improduttive dovute alla continua discesa di materiale roccioso, alla ridotta attività pascolava degli ovini ed in particolare, a causa dell’abbandono della pratica dello sfalcio estivo in alternanza al pascolo; si assiste spesso all’ appropriazione spontanea del cespugliame e bosco sugli spazi aperti esistenti, ma, in sostituzione dei prati da sfalcio, vengono messe a dimora piante resinose tali ormai da ridurre al minimo le zone pascolive.
A differenza di un tempo, quando i seminativi occupavano le zone migliori, oggi nelle aree a vocazione agricole prevalgono i prevalgono i prati falciabili, mentre i pochi arativi sono coltivati per lo più a patate.
Si può quindi concludere questo rapido esame dell’uso del territorio affermando che i tre principali ecosistemi in atto mostrano da un lato un lento e graduale evolversi a favore del bosco (dovuto a fattori per lo più naturali in assenza di intervento antropico) e dall’altro una riduzione delle aree tradizionalmente definibili come agricole a favore dell’urbanizzazione: vedi in particolare l’urbanizzazione in località Veronza e gli insediamenti produttivi a sud della S.S 48 delle Dolomiti.